La preparazione atletica si avvicina sempre più alla fase agonistica

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Quattro settimane di lavoro sono scivolate via per la BioSì Sora che negli ultimi giorni ha ritrovato il suo head coach Mario Barbiero.
Lo scorso martedì, dopo aver salutato l’acqua della piscina del “Giardino dello Sport” a Isola del Liri e la sabbia del campo da beach volley di via Trecce a Sora, ha riabbracciato l’allenatore di rientro dall’estate azzurra vissuta con la Nazionale Under 19. Da questa esperienza Barbiero ha riportato a casa tanti bei risultati e dunque tanta bella nuova esperienza da trasmettere ai suoi ragazzi:

“Tirando le somme possiamo dire che l’estate azzurra è andata bene: bronzo al Torneo delle Otto Nazioni a Wevza; oro ai Giochi Olimpici Eyof; e poi potevamo e dovevamo fare meglio nel Campionato del Mondo in Barhain dove la sconfitta agli ottavi non ci ha permesso di andare oltre il nono posto”.

Non appena atterrato a Fiumicino, il coach non è passato neanche da casa a fare il cambio bagaglio, ha puntato il suo navigatore direttamente sulla destinazione PalaGlobo “Luca Polsinelli” – Sora.
Ma è facile mettere un punto a un capitolo, quello appunto dell’impegno con la Nazionale U19, e iniziare a scriverne immediatamente un altro con il club?

“Non tanto difficoltoso – spiega la guida tecnica -, perché il Progetto Sora prevede un roster composto da giovani talenti e dunque le metodologie e le tecniche iniziali sono le stesse. A cambiare sono poi le richieste perché il modello del gioco della SuperLega richiede delle competenze specifiche ben strutturate e di altissimo livello, e quindi è su quelle che stiamo lavorando”.

Come ha trovato, dopo tre settimane di preparazione, i suoi ragazzi sorani?

“Molto bene. Lo staff diretto da Maurizio Colucci ha ben lavorato con un planning di tre settimane. Abbiamo utilizzato Test in entrata e successivamente strutturato un programma con obiettivi individualizzati. A Sora c’è professionalità e strumentazioni di altissimo livello che supportano il lavoro, la ricerca e lo sviluppo della performance di ogni singolo atleta”.

Da dove ha ripreso le redini della preparazione atletica e dunque a che punto è arrivata?

“Ora stiamo lavorando sull’impostazione dei sistemi di gioco, valutando le caratteristiche degli atleti per consentire a loro di esprimerne le potenzialità. Il lavoro fisico invece rimarrà sempre molto intenso perché abbiamo bisogno di un substrato fisico per poterci esprimere ai livelli richiesti dal campionato di SuperLega”.

Con il resto dello staff tecnico invece, com’è stato lavorare a distanza e come si coordinerà da ora in poi?

“Abbiamo programmato il lavoro con largo anticipo curando i minimi dettagli, lo staff è di alta qualità ed è bastato poco per intenderci. Ora abbiano iniziato il percorso di avvicinamento alla fase agonistica con l’interazione tra le diverse figure sempre costante, suddividendoci il lavoro sia individuale che di squadra. Credo che questo sia la chiave per lavorare bene e affrontare la stagione nel migliore dei modi”.

Domenica giorno di riposo per tutti in casa BioSì, atleti e non, per poter poi lunedì ripartire con energie rinnovate verso la quinta settimana di preparazione atletica, quella che si concluderà con il primo allenamento congiunto stagionale in programma sabato 9 settembre alle ore 18,00. Dall’altra parte della rete del palazzetto dello sport di Alatri, per il Mamorial “Guido Celani”, la Sigma Aversa, compagine di Serie A2.

Nel quinto blocco cambia la tipologia di allenamento, con le sedute pesi in programma lunedì, mercoledì e venerdì sempre al mattino, mentre quelle di tecnica, aperti al pubblico, tutti i pomeriggi dalle ore 17,45 in poi e alle ore 10,00 di martedì e sabato.

Carla De Caris – Responsabile Ufficio Stampa BioSì Sora

Giannetti e l’incontro a Roma: mandando via la Biosì, Sora rinuncia ad 1.000.000 di euro a fondo perduto

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Iscritta al campionato di SuperLega? Si. Con l’ausilio dell’amministrazione comunale? No. Campo da gioco per la stagione 2017/2018? Frosinone. Questo è l’identikit base della Biosì Sora, compagine promossa due anni fa nel campionato di massima serie, vanto e luce di una cittadina depauperata dell’immagine di territorio florido e positivo, senza cinema-teatro, senza tribunale, senza società sportive di caratura nazionale, con l’istruzione universitaria oramai dirottata verso altri poli, le polemiche e i problemi legati all’ospedale, poco lavoro per i giovani. Aver mandato via la Biosì da Sora costituisce lo specchio stesso della città: l’impoverimento culturale, economico e sociale di cui non si cura la politica locale, pronta però a risolvere le criticità cittadine con improbabili riqualificazioni rionali basate su mini golf e chioschi, regolamentazioni di impianti sportivi vantate senza nemmeno aver letto le convenzioni già esistenti; un comune che fa dell’approssimazione e della superficialità il proprio modus operandi come avrebbe potuto salvare l’unica nota positiva bianconera? Domanda retorica, che en passant, quasi ancora non convinti di quello che sta accadendo, ci poniamo; ma d’altronde bisognava aspettarsi qualche sgambetto già tempo fa, quando i vertici del club volsco le provarono tutte per cercare di scongiurare la migrazione a Frosinone, come racconta patron Giannetti nella lunga e tormentata intervista rilasciata al direttore di Nuova Rete, Pasquale Mazzenga:

“Noi, dopo una grande battaglia svolta in tutta Italia, con l’appoggio di diverse società, siamo riusciti a fare un incontro con il nostro sindaco De Donatis e l’assessore allo sport Lucarelli presso il Ministero di Economia e Finanza a Roma. Il sotto segretario del MEF, Paola De Micheli, nonché presidente di Lega, ci riceve e spiega al sindaco quali possono essere le strategie. Quella proposta consisteva nell’aiutare tutte le società sportive in difficoltà a sfruttare un imminente decreto legge, il 185, che a settembre sarebbe uscito con un taglio di 30.000.000,00 euro con un finanziamento a fondo perduto fino ad 1.000.000,00 euro. Questo però è legato ad un elenco dove l’elemento fondamentale, che inevitabilmente decreterà l’ingresso in graduatoria, è la presenza, nell’impianto e in questo caso nel palazzetto, di una società di serie A che ha la necessità di adeguare lo steso in base al regolamento di categoria. Il presidente disse che i soldi sarebbero andati dal Ministero al comune, senza passare per il privato. Se la pallavolo non gioca a Sora, però, questo fondo non può arrivare. In questa riunione abbiamo proposto di dividere in tre annualità questi lavori per poter giocare a Sora. Il nostro è un campionato prettamente invernale, quindi ben si presta a degli interventi strutturali che possono essere fatti nel periodo estivo. Proponevamo quindi di giocare e, grazie a tre step estivi, nel giro di tre di risolvere tutto. Il primo passo sarebbe stato l’adeguamento a 2200 posti, il secondo a 2700 ed il terzo a 3000. A quel punto il nostro sindaco disse che la prima fase di lavori, che prevedeva circa 520.000 euro, per lui era troppo. Controllammo allora insieme l’indice di indebitamento e quindi la possibilità, da bilancio, che il comune di Sora avesse di chiedere un mutuo a restituzione perché c’è sempre la possibilità di chiedere un mutuo al CONI ad interessi zero. A quel punto però il primo cittadino disse di non volersi indebitare per una somma maggiore ai 250.000,00 euro. A quel punto, allora, ci fu da parte nostra, la proposta di dividere in ulteriori due annualità la prima e quindi ipotizzammo per il primo anno di non sistemare più i 2200 posti, ma semplicemente provvedere alla messa in sicurezza del palasport per una spesa di 250.000,00 euro. Per una Lega, il cui primo problema era aumentare i posti a sedere, la sola messa in sicurezza era sicuramente un enorme sforzo che ci poneva in una situazione completamente diversa dalle altre tre società che ancora oggi risultano non essere in regola. Abbiamo cercato di supportare questa cosa, e nel frattempo la nostra presidentessa si è adoperata per la nostra causa, rivolgendosi alla Regione e cercando di verificare la disponibilità di un finanziamento a fondo perduto di 250.000 euro; dopo tre giorni e l’intercesso dell’ente Regione, al nostro sindaco viene comunicata la possibilità di accedere a quella somma, presentando adeguata documentazione. Così lui mi ha chiamato molto contento di questa cosa, dicendomi di ringraziare il nostro presidente e che si sarebbe attivato da subito per poter ricevere questi ulteriori 250.000 euro per la messa in sicurezza. C’è allora un consiglio di amministrazione, la Lega non ritiene di darci una possibilità così lunga perché avremmo avuto bisogno di quattro anni, ed ha chiesto a tutti di giocare con 2400 posti nel primo anno. Vado in comune e spiego quindi che questa cosa è ancora fattibile perché se facciamo il primo stralcio di 2200 posti, con alcune accortezze avremmo potuto figurativamente dimostrare di averne 2400. Avremmo dovuto reperire 250.000 euro dalla regione mentre al comune sarebbe bastato un mutuo di circa 300.000 euro. Il sindaco ed il consigliere Massimiliano Bruni hanno ascoltato questa mia proposta e si sono presi l’impegno di chiamarmi, dicendomi che avrebbero deciso nel pomeriggio. Ho aspettato, sapevano che avremmo dovuto fare delle comunicazioni… il resto è storia nota, ma resta il fatto che, a questo punto, non abbiamo più questa opportunità”.

Cristina Lucarelli – Biosì Sora