Preparazione, Giacomo Paone spiega il lavoro fisico della prima fase.

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Terminata la prima settimana di preparazione, la Biosì Sora si ferma giusto nel giorno di ferragosto per riposare e godersi la meritata giornata di festa, ma sempre con in mente l’obiettivo di questo periodo, ossia raggiungere la migliore forma fisica possibile. A tale scopo il lavoro differenziato, svolto sotto la guida di coach Maurizio Colucci – mister Barbiero è fuori sede in quanto impegnato con gli azzurrini dell’under 19 -, coadiuvato dal suo team, è propedeutico alla prevenzione da infortuni, alla valutazione dei singoli atleti e soprattutto alla stagione agonistica vera e propria. Sedute di piscina e beach volley completano il normale training tra palestra e tecnica, scelte studiate a tavolino dal competente staff, come spiega il preparatore atletico Giacomo Paone:

“Nei primi mesi di preparazione il lavoro prevede un duro allenamento per mettere su i primi mattoni, quelli fondamentali al fine di costruire la squadra. Soprattutto nelle prime settimane, si lavorerà molto in sala pesi, con la ghisa e con specifici esercizi funzionali in base al ruolo. L’allenamento sarà svolto anche in piscina e sul campo da beach volley, dove si andrà a migliorare la propriocezione.
Da settembre il carico cambierà, lasciando la piscina e la sabbia e si continuerà a lavorare in sala pesi e sul taraflex. Avendo avuto contatti con loro nel periodo precedente alla preparazione ho elaborato dei protocolli personalizzati da svolgere nel mese di luglio, affinché arrivassero già pronti atleticamente per affrontare la mole di lavoro odierna e della stagione a seguire. Quindi la macchina – giocatore è già in movimento; riprenderemo con un carico di lavoro e un’intensità che andranno via via aumentando e modificandosi in base alle esigenze personali. Sempre in ambito di preparazione atletica, gli esercizi svolti inizialmente saranno analitici, per poi arrivare ad esercizi sempre più specifici per il volley, quelli che porteranno il singolo e il collettivo ad uno stato di forma ottimale fin dalla prima parte del campionato. Il gruppo è giovane e credo che sia un ottimo punto di forza per noi, sia per la quantità che la qualità di allenamento che potrà sostenere, sia per i tempi di recupero e sopratutto per la fame di successo che ha”.

Ieri, mercoledì 16, la franchigia volsca ha ripreso appunto il proprio percorso di allenamento e lo ha fatto sul taraflex del PalaGlobo di via Ruscitto alle ore 17.45; per la giornata di oggi invece è prevista una doppia seduta, alle 9.15 piscina e nel pomeriggio, alle 18.00, sabbia; venerdì si prosegue con la palestra al mattino, a partire dalle ore 9.00, mentre al pomeriggio Fey e colleghi potranno avere una mezza giornata di riposo; sabato si riparte con la piscina alle 9.15 e il beach volley alle ore 18.00, mentre domenica sarà concesso uno stop per tutto il giorno. Per chi volesse curiosare, la preparazione è aperta al pubblico.

Cristina Lucarelli – Biosì Sora

Gino Giannetti: “Il motivo per il quale oggi noi siamo a Sora”.

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Dopo aver vinto il Campionato di Serie B2, nella stagione 2008/2009 la Globo Pallavolo Sora fa il suo esordio nella serie nazionale di B1 ospitando le sue sfidanti all’interno del Pallone Tensostatico di via Sferracavallo, non prima però di aver provveduto, a spese della società Argos Volley, all’adeguamento della struttura alle esigenze regolamentari della categoria con un investimento di circa €70.000 mai richiesti all’ente comunale.
Nuovo look per le mura casalinghe e roster potenziato con atleti top di categoria per una stagione esaltante che ha vissuto un testa a testa spettacolare con Gela fino alla penultima giornata quando, con 26 vittorie e 3 sconfitte la Globo Pallavolo Sora ha conquistato sul campo la promozione in Serie A2 continuando a scrivere pagine importanti della sua storia sportiva.

“Successe – racconta il Patron Gino Giannetti -, che per la prima volta una neopromossa vinse il campionato di B1. Ci ritrovammo quindi, dopo solo sei mesi, a gioire come dei matti per essere arrivati in serie A2, ma allo stesso tempo a scoprire che non avremmo più potuto giocare al tensostatico.
Armati di grande voglia siamo emigrati a Frosinone dove abbiamo giocato per due anni, dal 2009 al 2011. Nel frattempo a Sora iniziarono i lavori per la realizzazione del palazzetto di via Ruscitto e, alla fine di questi due anni, l’amministrazione comunale ci convoca per informarci che la struttura era quasi pronta ma non avevano risorse economiche a sufficienza per portare a termine tutti i lavori.
Così la giunta Casinelli, formata dal vice Sindaco Paolacci e l’assessore ai lavori pubblici Roberto De Donatis , prima che finisse il mandato, fece un atto di indirizzo in cui spiegava che c’erano sia motivazioni di carattere d’urgenza, dato che avevamo la possibilità concreta di tornare a Sora, e sia tutte le caratteristiche per poter chiedere a un privato di terminare un’opera che sarebbe altrimenti rimasta incompiuta e in balia delle intemperie. Ci siamo così ritrovati a interagire con il Comune che ci ha fatto delle richieste ben precise. Non siamo stati noi quindi a decidere, ma all’interno di un capitolato già appaltato il Comune ci ha espressamente chiesto di ultimare lavori di impiantistica, di alcuni arredi sportivi e di attrezzature, con spese già appaltate per circa 188.000 euro.
Arriva il momento delle votazioni-elezioni, cambia la giunta e cambia l’amministrazione. Il nuovo consiglio comunale approva uno schema di delibera della convenzione e fa in modo che inizino i lavori, i quali in soli tre mesi permisero alla nostra società di tornare immediatamente a giocare nel nostro paese, a casa. Una soddisfazione immensa che ci ha veramente segnato, in tutti i sensi. E solo questo è il motivo per il quale noi oggi siamo a Sora.
Vorrei fare un piccolo inciso su questo nostro essere a Sora, senza polemica trattare alcuni contenuti della convenzione. Sto parlando della possibilità dell’ente Argos Volley di poter intitolare suppletivamente in modo commerciale il palazzetto, diritto espresso dall’articolo 3. Mi pare oltremodo fuori luogo che si continui ancora a parlare di questo, non vogliamo togliere niente a nessuno ma ce ne dispiacciamo quando l’amministrazione stessa che ha firmato la convenzione, e quindi giuridicamente ne deve rispettare il contenuto, è la prima a non esprimersi correttamente quando parla del Palazzetto, che si chiama PalaGlobo M.llo Capo Luca Polsinelli. Inoltre, nell’art. 3 c’è scritto che l’Argos Volley è nella facoltà di cedere un’intitolazione commerciale addizionale. Ci tengo a ribadire che non vogliamo assolutamente e in nessun modo sostituire l’intitolazione a un nostro eroe patriota, ma sia ben chiaro che quello che facciamo aggiungendo PalaGlobo non è qualcosa di illegale anzi, in special modo per i due firmatari, l’Argos Volley e il comune di Sora, non chiamarlo in tal modo è illegale.
Altro importante accento deve essere posto sul concetto dei mancati costi, perchè quando si provano a fare delle cose veramente sinergiche tra un ente e una società, qualcuno dovrebbe riconoscerne i pregi. Proviamo a fare due conti su quanto il comune non ha speso facendo questo investimento. Il comune non ha speso la ristrutturazione del pallone tensostatico di €56.000 + I.V.A. Non tutti sanno che in un ambiente privato l’I.V.A. è a credito e a debito, in un ambiente pubblico l’I.V.A. è un costo. All’epoca era del 21%, quindi il comune ha risparmiato circa €67.000. A questo va per legge aggiunto un 10% di spese, qualora avesse fatto tutto il comune, così sarebbero diventati circa €73.000. Ricordo ancora quando Ernesto Tersigni mi chiamò dicendomi – Ora che entrerai nel palazzetto c’è un problema perché avrai a disposizione due strutture sportive su Sora, ed è una cosa molto antipatica da spiegare -. Io risposi di liquidarmi così gli avrei reso la struttura tensostatica ma lui disse – Ma dai, adesso abbiamo fatto tutto questo -. Preso in quel momento di grande gioia personale, aziendale e societaria visti i tempi giusti della chiusura dei lavori al PalaGlobo, gli promisi che il giorno dell’inaugurazione gli avrei restituito gratuitamente le chiavi del tensostatico, cosa che ho fatto e che con mio grande stupore ho visto tempo dopo scritto nelle delibere.
Tornando a oggi, ci siamo ritrovati con due delibere di giunta, una per le attrezzature e una per gli impianti, che recitavano che avremmo dovuto spendere per conto del comune €188.000 + I.V.A., più il 10% di quelle spese, per un totale quindi di circa €250.000. Questi €250.000 più gli €70.000 circa precedenti, portano a una mancata spesa del comune di circa €320.000, divisi temporalmente dal 2008 al 2010. Penso che anche un semplice padre di famiglia potrebbe capire che dal 2008 al 2010 con 8 anni di un mutuo che il comune non ha fatto, di €320.000, anche pagandolo al 10% avrebbe prodotto almeno €30.000/32.000 di interessi l’anno, per un totale di €120.000 di interessi. Possiamo quindi tranquillamente affermare che il comune ha quindi evitato di spendere almeno €420.000.
A oggi però a noi non ha restituito niente nessuno, e di quei €188.000 + I.V.A. che avremmo dovuto spendere, siamo riusciti a rendicontarne €169.000 risparmiandone ulteriori €12.000, se dovessimo rientrare in possesso degli €170.000, il comune ne avrebbe così spesi €250.000 in meno, e questo è un concetto chiaro, semplice e matematico sul quale si basa il contenuto della convenzione che prevede il pagamento delle utenze a carico del comune.
Dal momento in cui veniamo a capire che le utenze pagate dal comune ammontano a circa €40.000 o 50.000 l’anno, in questi cinque anni neanche in questo caso il comune ci ha rimesso. Vorrei però fare un piccolo distinguo partendo dalla polemica che si aprì attorno al 2013 con l’amministrazione Tersigni che pose l’accento sulla nostra richiesta di un documento che ci desse modo di tracciare gli eventi fatti da terzi all’interno del PalaGlobo, pretesa avanzata, come nel rispetto della convenzione, in quanto custodi del palazzetto.
A oggi abbiamo un elenco di eventi, che vanno da Brignano alle recite scolastiche, di almeno un centinaio di attività terze fatte con grande gioia nel PalaGlobo M.llo Capo Luca Polsinelli. Abbiamo sempre aperto con collaborazione ed entusiasmo le porte del PalaGlobo a tutte le associazioni e manifestazioni programmate senza mai aver preteso nulla. Non si capisce quindi il motivo per il quale ci dovremmo vedere rendicontate anche queste spese. Volerci addebitare per forza le utenze di manifestazioni di terzi è fuori luogo soprattutto per il fatto che noi non abbiamo mai chiesto come si puliscono i bagni prima e dopo manifestazioni del genere, o rendicontato materiali di consumo, le pulizie, la custodia, e tanto altro ancora. Tutte queste cose, non hanno mai avuto nessuna quantificazione”.

To be continued…

Carla De Caris – Responsabile Ufficio Stampa BioSì Sora

Questione Palazzetto, tutta la verità Argos Volley: l’antefatto.

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La “Questione Palazzetto” è nata oltre un decennio fa quando l’Argos Volley militava in serie B2 e le ambizioni erano già quelle del professionismo, attitudine che ha sempre contraddistinto la dirigenza societaria e la lungimiranza dei suoi vertici.

Le prime disquisizioni infatti, su una casa che rispondesse innanzitutto alle esigenze regolamentari della categoria di appartenenza ma anche a quelle superiori dove la società di corso volsci voleva arrivare e lo ha fatto, partono dalla stagione 2007/2008 quando venne allestita una squadra capace di dominare dalla prima all’ultima giornata il girone G della serie B2 culminato nella promozione in B1.

In quegli anni Sora giocava e vinceva al Pallone Tensostatico di via Sferracavallo, struttura non adatta però alla categoria conquistata. Gino Giannetti è lungimirante, progetta e propone all’amministrazione Casinelli un palazzetto privato che va ben oltre la serie B1 e arriva fino all’ospitalità delle Nazionali, ma la sua proposta viene additata quasi come visionaria e come una sorta di “concorrenza sleale” alla struttura che doveva essere messa in piedi in via Ruscitto e per la quale ancora non era stato posto neanche un mattone.

“La nostra prima idea – racconta il Patron Gino Giannetti -, fu proprio quella di costruirci un palazzetto privato progettato su uno dei nostri terreni di proprietà sito in Via San Domenico, dove prima c’era un nostro supermercato e dove poi è nato il Mc Donald. Il terreno aveva già un indice di cubatura per cui non avevamo bisogno di niente solo dell’aumento delle altezze.
Ricordo benissimo due riunioni alle quali assieme all’amministrazione Casinelli e dunque al sindaco, all’allora assessore ai lavori pubblici Roberto De Donatis, l’assessore Paolacci e il segretario generale, ha partecipato anche il presidente del CONI, Luigi Conti, e mio tecnico. Spiegammo loro che non avevamo bisogno di nessun aumento di cubatura, non volevamo costruire niente di più, avevamo solo la necessità di un palazzetto che fosse alto 14 metri perché volevamo portare la Serie A a Sora e avere la possibilità, essendo molto vicini a Roma, di ospitare qualche volta anche le nazionali. Questo però ci imponeva una cubatura maggiore rispetto a quelle che erano nelle nostre possibilità, così proponemmo al comune, a fronte di questo aumento vincolato esclusivamente a un progetto sportivo, di far adoperare tutte le mattine questa struttura alle scuole che, tra l’altro, già si vociferava potessero essere costruite lì vicino. Se non erro, poi, c’era anche il Liceo Scientifico che non aveva a disposizione nessun impianto. Quello che chiedevamo era solo la possibilità di realizzare un locale alto 14 metri come ci imponeva il regolamento. La prima risposta fu: – Non potete cercare di farli tutti sottoterra questi 14 metri? – e lì mi venne da ridere. La seconda fu la richiesta della costruzione di una piscina.
Ma la piscina non era soltanto un problema economico con l’amministrazione che prospettò una spesa di circa €400.000, ma anche un problema di competenze. Ci siamo allora presi del tempo per pensarci e per vedere quanto potesse essere effettivamente fattibile.
Dopo una settimana ci incontrammo di nuovo, presi un foglio e scrissi che mi sarei impegnato nel dare al Comune di Sora €400.000 di oneri di urbanizzazione al momento in cui loro avessero dato a me la possibilità di realizzare il mio progetto. Non volevamo creare cattedrali nel deserto, volevamo solo il nostro palazzetto con la possibilità di avere una parte commerciale che già era prevista, e dunque non alcuna richiesta in più. Loro però insistevano con la piscina al che rispostondo che non ne avevamo le competenze e che si parlava di importi troppo, troppo, diversi.
La battuta finale della riunione fu nuovamente la nostra richiesta di costruirci un palazzetto privato ma il Segretario Generale rispose che non avremmo potuto mai realizzare il nostro progetto in quanto sarebbe stata una concorrenza sleale al palazzetto progettato per via Ruscitto e che tra poco costruiremo. Questa frase è rimasta impressa e indelebile nella mia mente così come il dissidio che poi ci fu tra il presidente del CONI e l’amministrazione alla quale Luigi Conte disse – non ho mai visto una proposta così allettante per un comune essere però rifiutata -”.

Nel frattempo l’inizio della nuova stagione 2008/2009 era sempre più imminente e il Pallone Tensostatico di via Sferracavallo sempre lo stesso e dunque non adeguato alla Serie B1. Così la società Argos Volley ha dovuto attingere alle proprie risorse per apportare le migliorie necessarie per permettere a Sora di disputare il nuovo campionato di appartenenza. “Conti alla mano – continua Giannetti -, i costi sostenuti sono stati pari a circa €70.000, mai richiesti all’ente comunale”.
To be continued…

Carla De Caris – Responsabile Ufficio Stampa BioSì Sora

Intervista a patron Gino Giannetti: tutta la verità Argos

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Ai microfoni della storica radio sorana, Nuova Rete, il patron della Biosì Sora, Gino Giannetti, racconta dieci anni di pallavolo. Non è semplice, non è facile contrarre una “vita sportiva”, emozioni, sentimenti, gioie e delusioni, in una mezz’ora di intervista, ma bisogna farcela per dire, una volta per tutte, la verità societaria. Il racconto, curato dal direttore Pasquale Mazzenga, analizza lucidamente un percorso che parte da lontano, dalla serie B2 e da due amministrazioni comunali fa. In quegli anni, Sora gioca al tensostatico di via Sferracavallo, ma le ambizioni sono già quelle della serie A. Giannetti è lungimirante, progetta un palazzetto privato su un terreno di sua proprietà in viale San Domenico, ma la sua proposta viene additata quasi come visionaria e come una sorta di “concorrenza sleale” alla struttura che doveva essere messa in piedi in via Ruscitto.

I volsci, neopromossi in B1, vincono il campionato e patron Gino ricorda:

Ci siamo ritrovati a gioire come dei matti per essere arrivati in serie A2, per poi scoprire che non avremmo più potuto giocare al tensostatico.  Allora, armati di grande voglia, siamo dovuti emigrare a Frosinone, dove siamo rimasti  per due anni. Nel frattempo iniziano però i lavori di via Ruscitto e, alla fine di questi due anni, veniamo chiamati dall’amministrazione: ci viene detto che il palasport era quasi pronto, ma non avevano tutte le risorse economiche per portarlo a termine. Ci siamo così ritrovati a interagire con il comune che ci ha fatto delle richieste ben precise. Non siamo stati noi, quindi, a decidere; all’interno di un capitolato già appaltato, l’amministrazione ci chiede di terminare delle spese di impiantistica ed alcune per arredi sportivi e per attrezzature, già vagliate per circa 188.000,00 euro. Si fanno le votazioni, cambia la giunta e cambia il consiglio comunale. L’assise, a questo punto, approva uno schema di delibera della convenzione e fa in modo che inizino dei lavori che, in soli tre mesi, permettano alla nostra società di tornare immediatamente a giocare in casa. Una soddisfazione immensa, che ci ha profondamente segnato, in tutti i sensi. E questo è il motivo per il quale noi oggi siamo a Sora”.

Tornato a Sora, il club volsco prosegue il suo cammino con esaltanti stagioni che vedono l’allora Globo, sempre tra le migliori della classe cadetta, fino a quando, sotto gli occhi increduli dell’Italia intera, non compie un miracolo: ribaltata una serie che sembrava compromessa irrimediabilmente ai play off e vince sul campo l’agognato pass per la SuperLega. Una nuova gioia che, ancora una volta, trascina con sé una rete di problematiche. Nel frattempo Gino – che già aveva anticipato la quota per completare il palazzetto – ha anche restituito le chiavi del pallone tensostatico su cui, con le proprie risorse, aveva apportato migliorie pari a quasi 70mila euro, mai richieste all’ente comunale. Nonostante tutto, la “struttura della discordia” resta il palasport di via Ruscitto: prima le polemiche sulla convenzione e sul presunto utilizzo esclusivo da parte della società Argos, poi le richieste di adeguamento ai criteri della SuperLega. Ai primi, Giannetti risponde con circa un centinaio di manifestazioni organizzate da terzi tra le mura del PalaGlobo, numeri messi nero su bianco, un referto che sancisce una verità inopinabile. Per quanto riguarda la Lega, Giannetti deve ovviamente cercare di rendere conforme la struttura a quanto richiesto e ciò da vita ad un vero e proprio calvario.

“Appena eletto, il sindaco De Donatis disse che sarebbero stati fatti dei lavori per permettere a Sora di giocare a Sora – continua Gino Giannetti -, consapevoli che, nel giro di un anno, bisognava raggiungere i 3000 posti. L’impegno che si era preso il comune per la scorsa stagione era quello delle curve, della Sala Hospitality e di un parcheggio, ma da subito si capì che c’erano ulteriori criticità. Abbiamo quindi passato un’estate cercando di capire cosa fare e, alla fine, ci siamo dovuti barcamenare con delle tribunette acquistate già pronte e non su misura, che durante la stagione si sono rivelate inadeguate per numero di  posti, e solo la benevolenza della Lega ha fatto in modo di non farci spostare già lo scorso anno. La sala Hospitality abbiamo dovuto inventarcela nella nostra palestra, perché il comune ci aveva proposto due gazebo da montare fuori e non idonei, mentre per il parcheggio abbiamo aspettato invano tutto l’anno sportivo: dopo una bonifica, durata mesi, a marzo-aprile, è stata gettata della breccia sul terreno” . Poi gli ultimi fatti: la Lega richiede alle quattro società con gli impianti sportivi non in regola un adeguamento a 2400 posti. “Noi, dopo una grande battaglia svolta in tutta Italia, con l’appoggio di diverse società, siamo riusciti a fare un incontro con il nostro sindaco e l’assessore allo sport presso il Ministero del Tesoro a Roma. Il nostro sotto ex segretario del Tesoro, nonché presidente di Lega, ci riceve e spiega al primo cittadino quali possono essere le strategie. Quella che veniva proposta si concretizzava nell’aiutare tutte le società in difficoltà sfruttando un imminente decreto legge, il 185, che a settembre sarebbe uscito con un taglio di 30.000,00 euro con un finanziamento a fondo perduto fino ad 1.000.000,00 euro. Questo però è legato ad un elenco dove l’elemento fondamentale che inevitabilmente ratificherà l’ingresso in graduatoria è la presenza di una società di serie A”.

E, ad oggi, Sora ha perso questo privilegio. O meglio, lo ha mandato via, regalandolo ad un’altra città, Frosinone. Dopo varie peripezie, dopo che la proprietà della Biosì Sora aveva assunto sulle sue spalle l’onere di cercare da sola l’idea risolutiva, si giunge all’opportunità da parte del comune di risolvere chiedendo un muto di circa 300mila euro.

Il sindaco ed il consigliere Massimiliano Bruni hanno ascoltato questa mi proposta e si sono presi l’impegno di chiamarmi nelle ore seguenti. Ho aspettato il primo pomeriggio: sapevano che avremmo dovuto fare le comunicazioni, il seguito lo conoscete.  Ci rimango male quando ascolto il sindaco dire che il comune di Sora è stato il maggior sponsor dell’Argos Volley, quando al giorno d’oggi siamo a credito e non abbiamo ricevuto niente e abbiamo fatto sport da soli. Ci rimango male quando Massimiliano Bruni dice che non c’è stata ricaduta economica sul territorio, mentre analisi e statistiche nonché testimonianze di commercianti dicono il contrario. Forse queste persone sono inadeguate”. Con l’amarezza del caso, patron Giannetti conclude così: “C’è una frase che mi gira in testa da diverse settimane “Scusate il disturbo”, il cui sottotitolo potrebbe essere dettato dal cuore, e potrebbe essere “Arrivederci” mentre, quello dettato dalla mente, dovrebbe essere “a mai più”.

Cristina Lucarelli – Biosì Sora

L’imprenditore italo-canadese Sam Ciccolini in visita all’Argos Volley

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Un ospite graditissimo è venuto, lo scorso giovedì, a far visita alla società Argos Volley: l’imprenditore italo-canadese Samuel “Sam” Ciccolini, noto per le sue attività benefiche anche oltreoceano, ha passato un’intensa mattinata al fianco del patron della Biosì Sora, Gino Giannetti. Conosciutisi tramite amici comuni – il presidente della Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia, Pippo Callipo e alcuni partner commerciali dell’Argos – i due hanno presto trovato un’intesa, basata su alcuni concetti condivisi come l’amore per lo sport, l’impegno sociale, la forte propensione ad essere parte attiva del contesto in cui si vive, l’inclinazione a pensare al di fuori di schemi e preconcetti. Le azioni filantropiche di Sam gli sono valse numerosi riconoscimenti pubblici, tra cui la cittadinanza sorana onoraria nel 2013; difatti, ogni qualvolta la comunità abbia avuto l’urgenza di aiuto per il restauro di un edificio storico, religioso, il manager non si è mai tirato indietro, mostrando una sensibilità e un’attenzione profonde ai problemi dei suoi connazionali d’origine, nonostante i quasi 8000 km che li separano. La storia di questa mattinata al di fuori della routine parte da lontano: Ciccolini è infatti rimasto molto colpito, incuriosito e grato alla società lirense in seguito ad un omaggio inaspettato; da un’idea del prezioso partner commerciale Orlando Polsinelli, durante un viaggio dell’altro fidato partner Ennio Soccodato, il manager canadese ha ricevuto una maglia ufficiale della Biosì Sora. Successivamente, i ringraziamenti per il piccolo dono sono pervenuti di persona, quando lo stesso Sam è arrivato a Sora per conoscere la realtà pallavolistica bianconera. Anche Ciccolini, proprio come Giannetti, oltre ad essere un “business man” perché fondatore della “The Masters Insurance Ltd”, è un grande appassionato di sport e proprio a questo settore ha dedicato un capitolo importante della propria vita: sostiene la disciplina dell’hockey su ghiaccio – sport nazionale in Canada – e lo fa attraverso le sue otto squadre che militano nel campionato di serie  AAA, massima categoria per il settore giovanile. Ciccolini si è molto interessato alla storia della pallavolo bianconera, facendosi illustrare da patron Giannetti il percorso che ha condotto la Biosì Sora dalle lande della B2 fino alla SuperLega, con annesse tutte le vicende più recenti. Non poteva dunque mancare una visita al PalaGlobo “Luca Polsinelli”, alla “bomboniera” (come in molti amano definirlo), dove i volsci si sono tante volte battuti e dove quotidianamente gettano sudore per far sognare i loro tifosi. Ciccolini è rimasto molto impressionato dalla struttura, soprattutto per la vicinanza del pubblico che quindi si sente ancor più partecipe in gara, più vicino ai propri beniamini. Ed è proprio sul “caso palazzetto” che l’imprenditore ha chiesto a patron Giannetti una delucidazione sulle problematiche che stanno attanagliando il percorso della Biosì Sora in casa e che ha visto l’amministrazione comunale non ottemperare agli adeguamenti previsti dalla Lega. Ciccolini ha voluto comprendere cosa mancasse alla struttura per poter conservare il vantaggio della SuperLega e il perché il comune non potesse provvedere alla salvaguardia della serie A, costringendo di fatto il club alla migrazione a Frosinone. Il viaggio alla scoperta del mondo Biosì, però, non vede come ultima tappa il palasport, ma continua proprio tra gli stabilimenti della famiglia Giannetti, dove nasce il marchio che sostiene Rosso e compagni. Proprio in azienda, continua a fermentare l’interesse di Sam: qui, vicino al food bio, emerge un altro fattore che accomuna i due e che innesca un discorso sul “trade” di questi prodotti, oramai sempre più richiesti da un mercato più attento ed esigente, prodotti che non restano più confinati nella nicchia del “per pochi”, ma che si estendono in ogni dove, dalla mensa scolastica a quella della grande azienda, dall’aeroporto al locale di ristorazione. L’assaggio di una centrifuga, un brindisi dal sapore fresco di frutta e verdura di primissima qualità, sancisce un’amicizia, una condivisione di vedute tra due uomini che si sono “fatti da soli” e che sono animati da ferventi valori e da una progettualità ad ampio respiro. L’intensa mattinata non poteva che concludersi con la presentazione dei gioielli targati Biosì Sora, con i quali Ciccolini ha consumato un aperitivo in piazza Santa Restituta a Sora; quattro chiacchiere con tutti gli atleti presso Papa Rossi, una foto che ritrae magicamente delle realtà vincenti del territorio: insieme, davanti ad uno dei simboli della città di Sora, la squadra che ne ha portato il nome in giro per l’Italia, un uomo come Sam, partito da bambino con la sua famiglia da Pescosolido e approdato in Nord America dove, solo con la propria testardaggine e il grande sacrificio, è riuscito a costruire un successo che conta 4 sedi nelle città più grandi dell’Ontario; e poi lui, il collante, patron Gino Giannetti, che con le sue idee all’avanguardia si apre strade sempre diverse all’orizzonte.

Cristina Lucarelli – Biosì Sora

Domenica il primo incontro privato della nuova BioSì Sora

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È pronto il PalaGlobo “Luca Polsinelli” ad accogliere la nuova BioSì Sora targata 2017-2018.
Domenica 6 agosto alle ore 19,00 i Patron Giannetti assieme al vertice societario, il Presidente Enrico Vicini, il Vice Ubaldo Carnevale e il Gm Adi Lami, daranno il benvenuto ai nuovi arrivati in un raduno privato che convoca tutti i partecipanti alla nuova avventura sportiva, dai dirigenti allo staff tecnico, societario e medico, fino ai collaboratori volontari che vivono attivamente la loro passione al fianco dei propri beniamini. Niente pubblico dunque nel primo appuntamento che farà assaporare al team l’aria di casa Argos Volley.

Come di consueto dunque il Raduno sarà il primo momento utile a tutti i nuovi arrivati nella grande famiglia sorana per conoscere la società, la quale attraverso le sue più importanti voci racconterà del percorso storico che ha sportivamente vissuto e farà un excursus presentativo dell’intero organigramma, dal vertice societario alla proprietà fino ai vari staff collaborativi.
Sarà anche il momento nel quale si cominceranno a impartire le disposizioni attraverso il dettagliato planning sportivo che scandirà le prime settimane di lavoro e quindi preparazione atletica al campionato oltre che ovviamente la lettura dei vari regolamenti interni.

Data l’importanza che il direttivo societario attribuisce da sempre a questo evento, il Raduno si svolgerà a porte chiuse in modo da essere una privata riunione familiare dove gettare le basi più importanti per vivere e affrontare un anno insieme tra persone che non si conoscono o quasi in questo caso, unite dal destino e soprattutto da un obiettivo comune.

In questi giorni la macchina organizzatrice dell’Argos Volley si è mossa tanto per preparare la giusta accoglienza ai nuovi componenti della squadra, è stato preparato tutto nel dettaglio per partire con il piede giusto e immergersi subito nella nuova stagione sportiva già dal giorno seguente. Lunedì 7 agosto infatti, gli atleti saranno già chiamati a sottoporsi alle visite mediche e a meeting con lo staff tecnico, con il sudore che invece comincerà a grondare sulle fronti dei giocatori a partire da martedì 8 agosto quando il trio Barbiero-Colucci-Paone schiacceranno il pulsante Start.

Gli atleti che vestiranno la maglia volsca in questa stagione 2017-2018 hannpo goià finito di preparare le loro valige e iniziato a inserire Sora nella destinazione dei loro navigatori, mentre i tifosi aspettano con curiosità di vederli girare nella cittadina.

Carla De Caris – Responsabile Uff. Stampa BioSì Indexa Sora

Confermato “l’Uomo delle Statistiche”, il sorano Stefano Frasca scoutman d’eccellenza

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Si è avvicinato al mondo della pallavolo poco più che ragazzino, adesso è un uomo, è un’eccellenza della sua città ed è una certezza professionale per l’Argos Volley Sora: lui è Stefano Frasca, scoutman al suo quinto anno di esperienza ufficiale. Giunge così la conferma nel ruolo di un sorano doc, una delle tante vittorie che la società di patron Giannetti ha portato a termine, credendo nel talento di un giovanissimo volsco, dandogli la possibilità di imparare la difficile “arte” della scoutizzazione – per circa due anni, infatti, Stefano ha affiancato umilmente l’allora scoutman Francesco Oleni – e poi consentendogli il debutto in cadetteria nel 2013. Frasca ha rispettato ogni più rosea aspettativa, guadagnandosi stima e rispetto da tutto l’ambiente e diventando così una sicurezza per i suoi compagni di viaggio dello staff tecnico, l’uomo su cui fare affidamento ad occhi chiusi per dati e statistiche. Stefano ha conservato il suo posto lavorando con zelo anche in SuperLega e dopo l’esordio nella massima categoria della passata stagione, continuerà anche per questa a produrre dati e cifre indispensabili ai fini di allenamenti e preparazione gare.

“Sono molto soddisfatto e contento di questa riconferma perché è la dimostrazione tangibile della fiducia che la società ripone in me – spiega il giovane scoutman. Quello fatto fino ad oggi, insieme, è stato un percorso piuttosto lungo, costellato di gratificazioni e possibilità di puntare a crescere sempre meglio. Sono entrato nella famiglia Argos appena ragazzino, e vista la mia giovane età, questo ruolo rappresentava una bella responsabilità, davvero molto importante. Mi sono dunque messo a lavoro, testa bassa, impegno e con tanta caparbietà; ho capito che potevo farne un mestiere, il mio, perché non avevo niente di meno agli altri scoutman. La fiducia si guadagna lavorando tutti i giorni e bene, e la dimostrazione di essermela piano piano guadagnata è anche il feedback degli allenatori, sempre positivo. Non c’è stato un coach, infatti, con cui non mi sono trovato bene, quindi di conseguenza il lavoro è filato sempre abbastanza liscio. C’è un bel rapporto anche con la proprietà, con cui si è instaurata una relazione di amicizia, fondata soprattutto sul rispetto e sulla stima reciproci. Il mio lavoro non cambia come modalità di esecuzione tra la SuperLega e la serie A2, è invece la mole ad essere notevolmente aumentata, e questo è uno stimolo aggiuntivo a fare bene, a dimostrare di saper sostenere un carico maggiore sempre con serenità. Per la prossima stagione non posso che aspettarmi belle cose. La squadra è stata migliorata in generale e per questo voglio fare i complimenti alla proprietà, la quale ha profuso moltissimo impegno nel portare qui, a Sora, atleti che abbiamo fortemente voluto e che osservavamo da tempo. Quello del mercato è stato un ottimo lavoro collettivo, con lo staff tecnico che individuava dei soggetti adatti a sposare bene il progetto societario, che rispecchiano le nostre esigenze, e con il vertice del club che si è adoperato per portarli a Sora. Abbiamo dato vita ad una compagine di giovani, ma con la giusta esperienza, in quanto hanno un buon bagaglio alle spalle e sono sicuro che con il duro lavoro riusciranno a fare bene per loro, per i tifosi e per la società che lo merita tanto perché, da sempre, allestisce roster competitivi, all’altezza della categoria. Quest’anno abbiamo con noi anche coach Barbiero che è arrivato a Sora pieno di energia. Ripone molta fiducia in noi, ha apprezzato il nostro lavoro e chi ha coinvolto particolarmente. Non possiamo che esserne contenti perché se in uno staff regnano affiatamento e collaborazione si raggiungono certamente grandi risultati”.

Cristina Lucarelli – Biosì Sora